Fiat. 8 novembre: da Torino a Termini Imerese una grande giornata di lotta. Rinaldini (Fiom): “Cresce la consapevolezza dei lavoratori sulla necessità di battersi per cambiare il piano industriale”
Da Torino a Termini Imerese, si è levata oggi la protesta dei lavoratori Fiat contro i piani dell’azienda volti ad aprire una fase di licenziamenti di massa. Le notizie uscite ieri dall’incontro Governo – azienda – sindacati svoltosi a palazzo Chigi, secondo cui la metà dei 7.600 lavoratori che la stessa Fiat intende mettere in Cassa integrazione non ha alcuna possibilità di rientrare in fabbrica, mentre la sorte dell’altra metà è legata a generiche attese sull’andamento di mercato, ha reso più drammatico il clima in cui si sono svolte le iniziative connesse alla giornata nazionale di mobilitazione e di lotta lanciata dalla Fiom-Cgil. A Torino, dove lo sciopero di 8 ore è stato proclamato dalla sola Fiom, la risposta dei metalmeccanici della Fiat e dell’indotto è stata molto positiva. A Mirafiori e a Rivalta le percentuali di adesione allo sciopero vanno dal 60 al 70%. Al Comau ha scioperato l’80% dei dipendenti, mentre alla Teksid il 95%. Nell’indotto e nella componentistica la percentuale media di adesione è stata del 90%. Da notare che all’iniziativa di lotta, sostenuta dalla Cgil, hanno partecipato anche dipendenti di una decina di aziende chimiche che fanno parte del ciclo dell’auto. Sempre a Torino, intorno alle ore 10.00, un corteo formato da 15.000 manifestanti ha preso le mosse da piazza Arbarello e, attraversando il centro cittadino e piazza San Carlo, ha raggiunto la Prefettura a piazza Castello. Nel comizio conclusivo, hanno preso la parola Airaudo, segretario generale della Fiom di Torino, e Marcellino, presidente del sindacato dello stabilimento Fiat di Betim, in Brasile, i cui dipendenti sono scesi in due anni da 24.000 a 7.000. A Corbetta (Milano), lavoratori dell’Alfa Romeo di Arese hanno partecipato ad una manifestazione che si è svolta davanti allo stabilimento della Magneti Marelli. A Brescia, adesione altissima, oltre il 90% dei dipendenti, allo sciopero di 4 ore proclamato dalla Fiom nel sito Iveco e alla Iveco Mezzi Speciali. A Bologna, oltre 4.000 lavoratori hanno partecipato alla manifestazione che è partita dallo stabilimento della Magneti Marelli e ha raggiunto piazza Roosevelt. Tra il 65 e il 100% l’adesione allo sciopero di 4 ore promosso dalla Fiom in tutte le aziende metalmeccaniche del territorio. A Cassino (Frosinone), eccezionale la partecipazione allo sciopero di 3 ore proclamato da Fim, Fiom e Uilm. L’adesione nel primo turno è andata oltre l’80%. All’iniziativa di lotta hanno partecipato anche i lavoratori delle aziende dell’indotto (2.000 dipendenti). Un corteo con oltre 2.000 manifestanti si è riversato dallo stabilimento di Piedimonte San Germano, davanti a cui erano presenti numerosi amministratori locali ed esponenti delle forze politiche, sulla via Casilina. Secondo quanto annunciato dalla Fiat, 1.200 dei 4.500 dipendenti dello stabilimento dovrebbero andare in Cassa integrazione a partire dal 2 dicembre. A Lanciano (Chieti) i lavoratori della Sevel, che hanno partecipato allo sciopero di 2 ore proclamato dalla Fiom, si sono riversati sulla superstrada Adriatica. A Pomigliano d’Arco (Napoli), la Fiom ha promosso una manifestazione davanti allo stabilimento Alfa Sud. L’ingresso delle portinerie è così risultato bloccato per 3 ore. Martedì 12 novembre, nello stabilimento si svolgerà uno sciopero di 2 ore proclamato unitariamente dalla Rsu Fim, Fiom, Uilm, Fismic. Infine, a Termini Imerese (Palermo), l’adesione allo sciopero proclamato da Cgil, Cisl, Uil è stata totale. In piazza Duomo, affollata da 30.000 manifestanti, si è svolto un comizio unitario in cui sono intervenuti tra gli altri Gianni Rinaldini, Giorgio Caprioli e Antonino Regazzi, rispettivamente segretari generali di Fiom, Fim e Uilm. Altre
iniziative di lotta si sono svolte a Crescentino (Vercelli), Verrone (Biella),
Suzzara (Mantova), Bolzano, Pordenone, Mestre (Venezia), Modena, Pistoia,
Firenze, Livorno e Vasto (Chieti). “L’ampia
e vigorosa partecipazione dei lavoratori alle iniziative di lotta odierne – ha
detto Gianni Rinaldini – dimostra la crescita della loro consapevolezza sulla
necessità di battersi per cambiare le scelte disastrose della Fiat e per far
uscire il Governo dalla sua incomprensibile apatia. E’ necessario che vengano
sospese subito le procedure di messa in Cassa integrazione per creare le
condizioni in cui sia possibile aprire urgentemente un vero negoziato con
l’Azienda e con l’Esecutivo.”
Fiom-Cgil/Ufficio stampa Roma, 8 novembre 2002 |